Tersite Rossi "La bellezza salverà il mondo" (2016)

8/9 Ottobre 2016

A Mori l’8 ottobre 2016 e a Brentonico il 9: “La bellezza salverà il mondo”

L’opera d’arte in tempo di guerra, va in scena un racconto di Tersite Rossi

Un’iniziativa dell’associazione “I Parafonisti del Baldo”, in collaborazione con i Comuni di Mori e Brentonico, la Cassa Rurale Alto Garda e le sezioni S.A.T. di Mori e Brentonico

 

 

Un racconto per commemorare il primo conflitto mondiale attraverso la particolare lente d’ingrandimento rappresentata dall’opera d’arte in tempo di guerra: il suo destino, la sua distruzione, la sua difesa, la sua veste di simbolo contro l’atrocità bellica.

 

L’iniziativa è dell’associazione “I Parafonisti del Baldo” e s’intitola, significativamente, “La bellezza salverà il mondo”. Essa nasce nel contesto territoriale dei Comuni di Mori e Brentonico, che insieme alla Cassa Rurale Alto Garda hanno finanziato il progetto.

 

Il racconto andrà in scena in due momenti diversi, autonomi ma collegati tra loro, a ingresso gratuito: l’8 ottobre 2016 a Mori (ore 20.45) al teatro di Pannone e il 9 ottobre a Brentonico (ore 16) nel salone di Palazzo Eccheli Baisi.

 

Il racconto, opera del collettivo di scrittura Tersite Rossi, è ambientato nell’ottobre del 1916, esattamente cent’anni fa, nel pieno della Grande Guerra, nella terra di nessuno collocata tra gli abitati di Mori e Brentonico, fra la linea del fronte austriaco e quella del fronte italiano. Da qui un misterioso ladro d’oggetti sacri, firmandosi “lo Sciacallo”, invia un’indecifrabile e disperata richiesta d’aiuto a don Edoardo Zenatti, Imperial Regio conservatore d’arte sacra per il Trentino, che la raccoglie e mette in atto un folle piano per cercare di attraversare incolume la linea dei due fronti, recandosi da Trento al luogo dell’appuntamento con lo Sciacallo, sull’altopiano di Brentonico.

 

Il racconto, che sarà preceduto da un’introduzione storico-artistica, è narrato da due punti di vista diversi. Nella versione che andrà in scena a Mori, letta dall’attore Stefano Detassis, il punto di vista è quello di don Edoardo, personaggio vagamente ispirato alla figura di don Vincenzo Casagrande, il sacerdote che si occupò della messa in sicurezza di gran parte dei beni storico-artistici trentini prima, durante e dopo il conflitto mondiale. Invece nella versione che andrà in scena a Brentonico, letta dall’attrice Maura Pettorruso, il punto di vista sarà quello del ladro di oggetti sacri, lo Sciacallo. In entrambi i casi, la domanda cui si cercherà di dare risposta è la medesima: l’umanità dilaniata dalla guerra è ormai perduta per sempre o rimane ancora bellezza in grado di salvare il mondo?

 

 La narrazione sarà accompagnata dal flauto di Chiara Cescatti e dal pianoforte di Valentina Moser, che porteranno lo spettatore dentro la scena musicale italiana dell’epoca, dove gli elementi della tradizione si scontravano con le nuove tensioni d’inizio secolo.

 

 

L’evento è patrocinato dalle sezioni S.A.T di Mori e Brentonico.

 

 

 

Parafonisti del Baldo + Coro Anthea “Ecofonie + Alex Langer” (2015)

 

“Ecofonie” è un progetto musicale dei Parafonisti del Baldo sulla natura e i suoi elementi (terra, aria, acqua, fuoco). In questa occasione arricchito da un omaggio ad Alex Langer ed al pensiero ecologista e ambientalista.

 

Con:

Coro Anthea e Parafonisti del Baldo: Sergio Camedda (oggetti sonori). Giampaolo Campus (zither e oggetti sonori), Monica Modena (flauto e oggetti sonori), Massimiliano Peri (campane di cristallo e oggetti sonori), Davide Prezzo (chiatarra e oggetti sonori).

 

 

Rappresentato a Brentonico il 6 Novembre 2015 all’interno della rassegna “L’arte dei Rumori” in “Uomo+Vallata+Montagna + Pecora Brentegana”.

 

 

Cescatti, Coser & Tonolli “La nostra sfida alle Stelle” (2015)

 

“La nostra sfida alle Stelle”.  Dal passatismo musicale alla rivoluzione futurista

 

La tradizione, il passato, “le solite situazioni melodrammatiche a base di violinate e trombe”: con questo i futuristi volevano rompere, da questo si volevano allontanare, per una musica fatta di “rumori resi musicali che danno un complesso di sensazioni nuove per l’orecchio”.

 

Con:

Chiara Cescatti (flauto), Lorena Coser (arpa), Mauro Tonolli (chitarra elettrica).

 

 

Rappresentato a Brentonico il 4 Novembre 2015 all’interno della rassegna “L’arte dei Rumori” in “Uomo+Vallata+Montagna + Pecora Brentegana”

 

 

Parafonisti del Baldo "Am Blam Stap!" (2012)

Concerto / Spettacolo VITIVINICOLO

 

Il titolo di questo nuovo lavoro dei Parafonisti del Baldo prende il nome da una vecchia cantilena tedesca il cui titolo AM BLAM STAP richiama onomatopeicamente il suono dello stappo della bottiglia.

 

Protagonista assoluto di questo lavoro è il VINO di cui vengono ripercorse attraverso i suoni musicali e del lavoro e i racconti dei produttori le varie fasi della sua lavorazione e fruizione.

 

Lo spettacolo è diviso in 6 MOVIMENTI: Natura, Muretti a secco, Viticoltura, Vinificazione, Conservazione e Degustazione.

 

Ciascun momento è intervallato da un breve interludio, che in occasione della prima ad Ala, ha previsto la declamazione di poesie inedite di FORTUNATO DEPERO sul tema dato.

 

La DIMENSIONE SPAZIALE, caratteristica del lavoro dei Parafonisti, anche in questa occasione si è concretizzata nella disposizione circolare dei musicisti, delle voci narranti e del Coro che hanno circondato il pubblico immergendolo e stimolandolo acusticamente dalle diversi postazioni dei musicisti disposti nella sala.

 

 

Con: Coro Anthea, Giampaolo Campus (zither, oggetti sonori), Sergio Camedda (campionatore, oggetti sonori), Mauro Tonolli (chitarra), Chiara Cescatti (flauto), Massimiliano Peri (campane di cristallo, oggetti sonori), Francesca Velardita (voce narrante), Quinto Canali (direzione coro e voce narrante).

 

Musiche originali de “I Parafonisti del Baldo”.

 

Sabato 13 ottobre - ore 21.00 - Presso Palazzo Azzolini, Ala (Tn)

 

 

Parafonisti del Baldo "Ecofonie" (2011)

Una nuova produzione musicale ispirata ai quattro elementi: aria, terra, fuoco, acqua.

 

Basato su un'idea di spazio all'interno della bella chiesa sconsacrata di S. Matteo e sull'acustica particolare ed unica, la musica gioca con spostamenti e rimandi da un musicista all'altro.

 

I componenti del gruppo disposti negli angoli dell'edificio immergono gli spettatori con i loro suoni creando uno spazio musicale tridimensionale.

 

Il carattere degli elementi viene espresso in musica dai vari strumenti e oggetti sonori, con il prezioso apporto di un coro femminile che rimanda a linguaggi onomatopeici ma allo stesso tempo onora due figure importanti del naturalismo e del pensiero ambientalista come J.W. Goethe e il filosofo e scrittore americano H.D. Thoreau

 

Il finale della serata prevede un'improvvisazione sonora con il pubblico e i gruppi musicali presenti.

 

Rappresentazione:

Cornè di Brentonico (Tn) _ 2 Ottobre 2011, Chiesa di S. Matteo

 

 

Parafonisti del Baldo "Deperillizia" (2010)

In occasione del 50° anniversario della morte di Fortunato Depero.

 

Il termine Deperillizia che da il titolo allo spettacolo è un gioco di parole che rimanda alle coniazione di nuovi vocaboli tipica dello poesia in onomalingua di Depero e che intende riproporne quel carattere ludico e fantastico che caratterizzava la produzione dell’artista.

 

Lo spettacolo, pensato per il 50° anniversario della morte dell’artista trentino, intende creare un ideale ponte tra Depero e l’arte della tipografia attraverso la proposta di due sue composizioni poetiche e una terza a lui dedicata e la sonorizzazione dell’evento per mezzo dell’uso delle macchine presenti nella Sala del Libro della Biblioteca Civica di Rovereto come fonti  sonore, oltre che dell’apporto del Coro Anthea, di musicisti e attori.

 

L’arte tipografica è strettamente presente nella produzione artistica di Depero. Il pensiero va subito al Libro Imbullonato. Tale legame viene qui realizzato nella presentazione delle fasi del lavoro della stampa nella sezione 5 (Stampirillizia) e nei 2 componimenti di Depero e quello di Marinetti, ambientato sul Monte Altissimo, che rivelano l’importanza della  componente tipografica nella sua produzione artistica sia nell’uso dei caratteri che come mezzo mediatico per veicolare il proprio messaggio. L’aspetto del lavoro viene inoltre qui enfatizzato attraverso la partecipazione scenica dei tipografi che ripercorrono le varie attività che conducono alla stampa.

 

Ciò avviene attraverso una minuziosa ricerca timbrica condotta sulle macchine a stampa (torchi, cesoie, foratrice e cordonatrice, presse a mano, taglierina a mano, macchine per composizione meccanica) e gli oggetti presenti nella sala (contenitori con ferretti, lastre, tavolo con caratteri, cassettiere, recipienti, macchine da scrivere, tavoli da lavoro con annessi martelli, seghetti, spatole barattoli, rulli, tenaglie), sollecitandone le singole parti manualmente o con battenti. Questa soluzione sonora culmina nella presentazione delle macchine nella sezione 3 (Tiporillizia) e nella dimensione di accompagnamento di “Battaglia a 9 piani” di Marinetti.

 

La dimensione scenica è sviluppata oltre che dalla dislocazione dei musicisti che seguono la disposizione in sala delle meccaniche, anche attraverso l’apporto scenico dei tipografi nella sezione 5 (Stampirillizia) e dall’intervento del Coro e degli attori in “Verbalizzazione Astratta di Signora” di Depero.

 

Il momento compositivo ha previsto una iniziale ricerca timbrica sulle macchine e gli oggetti presenti nella sala e la conseguente predisposizione di una partitura in cui gli interventi dei musicisti si legano oltre che alle composizioni poetiche anche alla dimensione testuale ricavata dalle lettura delle targhe di presentazione delle macchine presenti nella sala e dall’enunciazione delle fasi di lavorazione della stampa.

Il momento esecutivo prevede l’uso di microfoni a contatto per enfatizzare i suoni più caratteristici e tenui, l’impiego di pratiche esecutive non tradizionali tese a sollecitare gli ingranaggi delle macchine e le parti risonanti degli oggetti e una spazializzazione sonora naturale della sala attraverso l’assegnazione dei musicisti alle macchine. All’interno di questa dislocazione delle varie componenti sonore, è previsto in alcuni sezioni anche l’impiego di strumenti più tradizionali come la chitarra elettrica e il flauto.

Ciò testimonia l’interesse del gruppo nel considerare il parametro spazio sia nel ripensare il luogo previsto per lo spettacolo come obiettivo dell’intervento sonoro quanto per la spazializzazione dei suoni prodotti dai musicisti come elemento fondante della poetica del collettivo

Rappresentazione:

Roretero _ 10 Dicembre 2010, Comune di Rovereto Biblioteca Civica “G. Tartarotti”

 

 

Parafonisti del Baldo "SiiiO VLUMMIA" (2010)

Interpretazione e musicazione di "Siio VLUMMIA - Torrente", celebre testo di Fortunato Depero.

Sonorizzato e interpretato da un gruppo di strumentisti, un coro e la magistrale interpretazione di Franco Farina, uno dei più attenti studiosi ed esperti di futurismo in Trentino.

 

I musicisti e il coro ricreano i suoni di un ipotetico bosco (mondo animale, vegetale, minerale e naturale) mentre la voce narrante provvede, attraverso la declamazione del testo di Depero, alla descrizione del fluire del torrente. La ricerca timbrica sugli oggetti sonori e sulle modalità esecutive dei musicisti è pensata in modo da non richiamare a modalità esecutive tradizionali ma a un nuovo rapporto tra musica e parola.

 

Tra le indicazioni per l’esecuzione è stato chiesto ai presenti di tenere gli occhi chiusi per concentrarsi su una dimensione prettamente uditiva e meditativa e, anche l'illuminazione è stata minima.

 

voce narrante _ Franco Farina         

flauto traverso _ Chiara Cescatti

chitarra acustica _ Mauro Tonolli

oggetti sonori _ Giampaolo Campus, Sergio Camedda

Coro Anthea diretto da Quinto Canali

 

di seguito la lista degli oggetti sonori usati:

 

bastoni della pioggia, recipiente con foglie secche, fogli di carta, rametti sfregati su superficie piana e spezzati, palloncino, rane con raschiatore, drappo, richiami uccelli, conchiglie che vibrano su corde zither, cicaline, recipiente di legno con castagne, recipiente terracotta con noci, lastre da piegare / agitare intonaz. alta / medio alta, lastre da piegare / agitare intonaz. grave / medio alta.

      

 

Rappresentazione:

Brentonico _ 24 Aprile 2010, Chiesa dei SS. Pietro e Paolo

 

 

Parafonisti del Baldo "Time Flux" (2009)

Colonna sonora di un video commissionato in occasione della serata per il 110° anniversario dalla Cassa Rurale di Brentonico, intende descrivere il rapporto che lega la banca stessa, ancorata nei suoi principi costitutivi al mondo della cooperazione, alla cittadina e più in generale al territorio circostante. Questa idea si concretizza nel video accostando immagini del passato, attraverso foto di luoghi e aspetti della vita sociale e lavorativa, con riprese attuali nell'intento di attuare una riflessione sui mutamenti della società locale.

 

Partendo da questi presupposti è stata realizzata una composizione basata sui suoni della chitarra acustica di Mauro Tonolli e di field recordings, legati alla vita della cittadina e della banca, e di sintetizzatore e vibrafono, suonato con l’archetto, da parte di Giampaolo Campus (Difondo) e Sergio Camedda (Difondo). Lo scopo di accompagnare le immagini è qui amplificato dall’idea di consentire ai fruitori della serata di riconoscersi oltre che con le immagini anche con i suoni che caratterizzano i luoghi, a loro volta colonna sonora della vita di tutti i giorni del paese.

 

Proiezione:

Brentonico _ 2 Ottobre 2009, Teatro Monte Baldo

 

 

Parafonisti del Baldo "Zang Tumb Tumb" 2009

“ZANG TUMB TUMB" – Battaglia a nove piani. 1915: I futuristi alla conquista del Monte Baldo - (Brentonico e Rovereto, 1 e 30 agosto 2009), spettacolo per il Centenario del Manifesto Futurista su materiali scritti da Marinetti, Boccioni, Russolo, Sant'Elia e altri a Dosso Casina, sul Monte Baldo.

 

Lo spettacolo “Zang Tumb Tumb / Battaglia a 9 piani” è un lavoro ideato dal Maestro Quinto Canali, con testi di Marinetti, Boccioni, Bucci, Sant’Elia e Russolo, curati dallo scrittore Paolo Malvinni,  che tenta di rendere le atmosfere della Prima Guerra Mondiale raccontando i fatti che hanno coinvolto gli artisti futuristi sull’allora confine italiano, nello specifico il Monte Altissimo e Dosso Casina, località di montagna poste vicine per un versante a Brentonico e per l’altro a Riva del Garda.

 

Lo spettacolo è pensato in una dimensione teatrale in cui il testo viene di volta in volta narrato e recitato attraverso il contributo del Coro Femminile dei Quattro Vicariati (TN), condotto dal Maestro Quinto Canali, e dell’attore StefanoCòmper. La voce è talora trattata, campionata in tempo reale e spazializzata dal vivo attraverso un sistema di riproduzione sonora quadrifonica con l’aggiunta di un subwoofer, usato per enfatizzare le frequenze più gravi. La dimensione sonora si avvale di due musicisti elettroacustici, Giampaolo Campus e Sergio Camedda,  e della chitarra elettrica rumorista di Mauro Tonolli.

 

Partendo dalle composizioni poetiche in parolibere di Marinetti e Boccioni e dal saggio “L’Arte dei Rumori” di Luigi Russolo,  i muisicisti hanno deciso di interpretare in senso attuale l’idea di orchestra di rumori futurista. Tale scelta scaturisce dalla  volontà di mettere in evidenza quegli elementi del pensiero futurista presenti nella società attuale, o che in qualche modo ne sono un riflesso indiretto o ancora come questi si articolerebbero, se riportati nell’oggi, proiettati in una ideale società futuribile.

 

Ciò ha comportato l’uso di oggetti sonori non appartenenti alla tradizione musicale, intesi come produttori di suoni - rumori, come teorizzato da Luigi Russolo, rendendo così possibile un ampliamento del panorama musicale e, di conseguenza, della percezione della realtà stessa che tale artista sperimentava. E’ stata in questo senso realizzata una forte ricerca basata principalmente sull’utilizzo di materiali diversi, come: ad esempio,  il vetro(bicchieri) e i metalli (lastre), reperite queste ultime in fabbriche locali, amplificate anche con microfoni a contatto e suonate alternativamente con battenti, archetti da violino o messe in risonanza con strumenti elettrici. Il parco sonoro è stato inoltre ampliato con diversi oggetti affidati al Coro (megafoni, campanelli, fischietti, fogli di giornale strappati, raganelle, suonerie di cellulari), tesi alla descrizione onomatopeica di alcuni momenti narrati in scena  e ad  una enfatizzazione del gesto in senso musicale quanto teatrale.

 

Grande enfasi è stata data all’uso della chitarra elettrica tesa a contribuire all’idea di orchestra rumorista attuale attraverso l’esecuzione di suoni - rumori tesi a commentare la scena.

 

Ulteriore estensione dell’uso dei rumori, sempre nell’ottica di individuare i semi del pensiero futurista nella realtà attuale,  ha comportato l’uso del rumore inteso come errore nel processo di elaborazione di dati nei computer, il glitch, segno musicale inflazionato in certa produzione musicale recente ma in questo contesto comunque ironica testimonianza di una fede aprioristica verso un idea di progresso.

 

Legato a questa idea è anche l’uso del sintetizzatore vocale pensato per far declamare alcune delle frasi di proclama del Manifesto futurista, in cui viene espresso ancora una volta il pensiero futurista di una società dove tecnologia e scienza rendono possibili  nuovi modelli di vita, ma al contempo consentendo di adottare una chiave ironica, a causa degli errori di lettura del software. Questo anche per prendere le distanze da un pensiero politico che non corrisponde alle intenzioni di chi ha lavorato a questo progetto. Analoga modalità operativa è presente nel lavoro di Terre Thaemlitz “Love Bomb” in cui la voce di Martinetti viene filtrata attraverso un software creato appositamente e successivamente sminuzzata in modo da consentire di prendere in prestito il timbro vocale di Marinetti per pronunciare frasi mai espresse dall’artista.

 

Lo stesso uso dei campionatori e di looper, preconizzato da Marinetti in uno dei manifesti del Futurismo nel quale faceva preciso riferimento alla tecnica del collage prospettando una musica che potesse affiancare Beethoven con una canzonetta napoletana, fornisce in qualche modo un ulteriore elemento della presenza del pensiero futurista nelle finalità di questo progetto nella sua possibilità di mescolare generi musicali diversi e quindi anche nella sua intrinseca capacità nel commentare e comunicare una o più prospettive diverse all’interno del tema prescelto moltiplicandone così i punti di vista. Questo lavoro dicitazione è presente anche nell’apporto della chitarra tesa ad evocare luoghi e momenti significativi della tradizione locale e della produzione cinematografica internazionale rispettivamente attraverso le variazioni del canto degli alpini “Il capitano della Compagnia” ed il riferimento alla chitarra elettrica di Jimi Hendrix a Woodstock.

 

Si fa inoltre ampio ricorso a strumenti tradizionali a percussione (mini vibrafono, glockenspiel giocattolo, ride, piatti suonati alternativamente con battenti e archetti) che anch’essi come nel caso degli oggetti sonori sopra menzionati sono associati ad una forte componente gestuale della produzione sonora e quindi visiva.

 

I citati percorsi musicali mostrano quanto i semi, talora malati, dell’estetica futuristica abbiano germogliato nella musica contemporanea, sia in quella di matrice colta, attraverso prima la musica concreta e quindi la musica elettroacustica, quanto nel campo della musica pop e rock, con numerosi esempi a partire da gruppi rock, primi fra tutti i Pink Floyd, per proseguire con il pop degli Art of Noise sino alle propaggini attuali della musica glitch con Oval.

 

Questa riflessione mira quindi metter in luce alcuni degli elementi di persistenza delle teorie futuriste nella prassi attuale musicale e più in generale quel senso di sbilanciamento non mediato nel concepire la realtà attraverso un idealizzato modello di futuro che a chi scrive sembra, al di là di un giudizio etico o estetico a posteriori, l’elemento più interessante nel confrontarsi con la produzione di tale movimento.

 

Testi di Marinetti, Boccioni, Sant’Elia, Bucci e Russolo a cura di Paolo Malvinni;
Coro Femminile dei Quattro Vicariati (TN) condotto dal Maestro Quinto Canali;
StefanoCòmper: voce recitante;

Mauro Tonolli: chitarra elettrica, effetti, looper;

Giampaolo Campus (Difondo) e Sergio Camedda (Difondo): campionatori, loopers, sintetizzatore, oggetti sonori, spazializzazione.

 

Rappresentazioni:

Brentonico _ 1 Agosto 2009, Corte di Villa Monica

Rovereto _ 30 Agosto 2009, Museo Storico Italiano della Guerra

Trento _ 27 Novembre 2009, Filarmonica di Trento

 

 

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